sabato 14 maggio 2011

Abel Hernández

Ha iniziato a muovere i primi passi a Pando, la sua città natale, con la maglia dell'Atlanta. A 11 anni è arrivato a Montevideo per mettersi alla prova con la squadra del cuore: il Peñarol. Qualche mese, tanta panchina e la decisione (dovuta anche al parere dei suoi allenatori che lo indicavano come ancora "fragilino") di spostarsi al Central Español per trovare minuti e autostima. E' là che inizia il suo clamoroso exploit da calciatore: brucia le tappe nelle giovanili, ma preoccupa gli addetti ai lavori perché, nonostante abbia le qualità per confrontarsi coi più grandi, spesso le sue caratteristiche fisiche lo espongono al rischio infortuni, specie quando, per l'appunto, viene chiamato in causa in categorie maggiori rispetto alla sua età. Mentre il tecnico della prima squadra era pronto a lanciarlo, il suo procuratore lo porta al Genoa per un periodo di prova. Perché non rimane in rossoblù? Per via delle visite mediche, non superate.
IL SOGNO REALIZZATO: E' il 31 luglio della scorsa estate quando il Peñarol torna sulle sue tracce, prelevandolo e realizzando la sua massima aspirazione professionale. "Sono un giocatore rapido - disse il giorno della presentazione - posso giocare come rifinitore o al fianco di una punta centrale, dato che le mie caratteristiche fisiche non mi permettono di considerarmi un "nove puro"". Non solo: chi lo conosce bene sa che il suo controllo di palla, la dedizione alla causa e il senso del goal non gli difettano.

LO STOP: Il 17 ottobre scorso gli è stata riscontrata un'aritmia ventricolare, qualcosa che se davvero grave, avrebbe potuto minare la sua carriera calcistica. Trentadue giorni dopo quel la prima diagnosi (e dopo essere stato fermato negli allenamenti per evitare ogni rischio), Abel ha ricevuto l'ok dello staff medico della società uruguaiana, consapevole che il suo problema non era così grave e scartando completamente la possibilità che vederlo in campo possa comportare tragiche conseguenze.

CELESTEMANIA
: Dopo aver brillato nel Central Español, Abel Hernández, Diego Aguirre (allenatore della Sub-20 uruguaiana) l'ha subito chiamato nella sua nazionale, nonostante il ragazzo avesse solo 17 anni. Diventato grande amico di Santiago Garcìa, ha formato con lui una grande coppia d'attacco. Fino al Sub-20 in Venezuela, nel quale i suoi goal hanno consentito all'Uruguay di superare il turno contro il Brasile (3-2).

IL FUTURO ROSANERO: Proprio mentre Abel realizzava le due reti che hanno sconfitto il Brasile la trattativa per la sua cessione al Palermo era sul punto del perfezionamento. Arrivando in Sicilia, dopo soli sei mesi dal ritorno al Peñarol, farà un anno da comrpimario ,come si suol dire si farà le ossa con alcune apparizioni dove si farà notare principalmente per le sue immense qualità sotto porta.

Nella stagione in corso (2010/11) la definitiva consacrazione ,il Pres. Zamparini intuendo le qualità del giovane talento uruguayano decide di non investire pesantemente nel ruolo di prima punta e Abel lo ripaga con prestazioni sublimi segnando anche gol importantissimi .......... il resto è storia.

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