sabato 14 maggio 2011

Christian Dannemann Eriksen

Il periodo di vuoto non è stato breve. Era dai tempi di Michael Laudrup, artista del dribbling svezzato dal Broendby nel 1982, che la Danimarca non si ritrovava ad applaudire un centrocampista così elegante e promettente come Christian Eriksen, nuova scoperta dell’Ajax. Una lunga fase di transizione riempita da giocatori di grande affidabilità in ogni ruolo, dal portiere Peter Schmeichel al difensore Simon Kjaer, dall’esterno Dennis Rommedahl all’attaccante Jon Dahl Tomasson: è sempre mancato, però, il valore aggiunto. Dal guscio, adesso, è uscito Eriksen: ha potenzialità enormi e può tracciare una linea di confine tra la normalità e l’eccezione, ripetendo la carriera di Michael Laudrup, attuale allenatore del Maiorca, sette scudetti con le maglie della Juventus, del Barcellona, del Real Madrid e dell’Ajax.
Ha compiuto diciannove anni da un paio di mesi (il 14 febbraio), Eriksen è una mezzala dai colpi raffinati che governa il pallone con una proprietà rara. Ha ritmo e brillantezza. Costruisce la manovra, inventa soluzioni che accendono il gioco, si libera della marcatura con intelligenza e rapidità. Diventa difficile da controllare perché è ambidestro, si muove con agilità. E negli spazi stretti, quando la strada sembra sbarrata, riesce spesso a tirare fuori dal cilindro qualche soluzione geniale. Ha anche potenza e precisione nel tiro.
Eriksen è un centrocampista che si sta completando nell’Ajax anche a lìvello tattico, trovando il giusto punto d’incontro fra il suo estro e gli equilibri da rispettare in funzione del collettivo. Campo e palestra, movimenti da memorizzare e un fisico da potenziare. Eriksen, classe 1992, è alto un metro e 73. Dal punto di vista atletico deve un po’ irrobustirsi, pesa intorno ai 68 chili, ma la sua crescita è in costante evoluzione. Ha cominciato a giocare nel Middelfart, piccolo club che porta il nome della cittadina danese in cui è nato: una località di 20.000 abitanti, nella regione di Syddanmark. Nel 2005 è entrato nel settore giovanile dell’Odense, diventando il fiore all’occhiello della società biancoblù. Il suo nome ha cominciato subito a circolare nell’ambiente dei talent-scout: lo hanno seguito il Barcellona, il Chelsea e il Real Madrid, quando incantava nella nazionale danese under 17. Nel 2008, lavorando dietro le quinte, l’Ajax ha bruciato la concorrenza e lo ha acquistato in cambio di un milione di euro.
Eriksen ha debuttato nel campionato olandese il 17 gennaio del 2010: 1-1 sul campo del Breda. Titolare alle spalle dell’attaccante uruguaiano Suarez, che ora gioca nel Liverpool, in un 4-2-3-1. Ai suoi lati, Emanuelson (da gennaio al Milan) e lo svedese Lindgren. L’idea di cominciarlo a svezzare all’età di diciassette anni è stata del tecnico Martin Jol, arrivato ad Amsterdam nell’estate del 2009 dopo le esperienze sulla panchina del Tottenham e dell’Amburgo. Nella sua prima stagione da professionista (2009-10), Eriksen ha totalizzato quindici presenze, firmando un assist nella gara con lo Sparta Rotterdam, mentre in Coppa d’Olanda ha segnato il suo primo gol contro il Go Ahead Eagles. Sempre sotto la guida di Jol, rimasto all’Ajax fino all’inizio dello scorso dicembre, il danese ha quasi sempre giocato da trequartista nel 4-2-3-1. E il modulo non è cambiato neppure dopo le dimissioni di Jol e l’arrivo di Frank De Boer. Sorretto dal lavoro di due mediani, Eriksen ha il compito di illuminare l’azione. De Boer, ex difensore dell’Ajax e del Barcellona, allievo di Van Gaal, gli chiede di mettere sempre il suo talento al servizio dei suoi compagni, di sacrificarsi in copertura e in fase di pressing. Un processo di crescita che è entrato ormai nel suo momento cruciale. I dirigenti dell’Ajax sono convinti che Eriksen possa diventare un altro Sneijder, in grado di raggiungere quel livello di maturità indispensabile per intepretare in campo diversi copioni: corsa, fantasia, resistenza, applicazione.
L’Ajax lo ha blindato con un contratto fino al 2014. Eriksen, per il momento, non è in vendita. Ma la sua cessione, in futuro, nei ragionamenti del club di Amsterdam, è destinata a garantire una ricca plusvalenza, nel pieno rispetto di una splendida tradizione. L’Ajax compra a poco e rivende a cifre importanti: è la sua storia, da sempre. In questa stagione, Eriksen ha regalato lampi anche in Europa League: formidabile la sua prova in occasione del 3-0 sul campo dell’Anderlecht, quando ha segnato un gol e confezionato due assist per Alderweireld ed El Hamdaoui. Il danese si è fatto ammirare anche in campionato: ventiquattro presenze e quattro gol contro il De Graafschap, il Vitesse, il Willem II e l’Ado Den Haag. Ma a fare la differenza sono stati anche i suoi otto assist. Eriksen ha trascinato l’Ajax alla finale della Coppa d’Olanda, già vinta nella passata stagione. In semifinale i lancieri hanno travolto (5-1) l’Rkc Waalwijk. E si preparano ad affrontare il Twente, che ha eliminato l’Utrecht (1-0): l’appuntamento è fissato per l’8 maggio. Cinque partite, un gol (al Veendam) e due assist (contro il Nac Breda) in Coppa per Eriksen, che il ct Morten Olsen ha già schierato dieci volte nella nazionale maggiore. Il centrocampista ha partecipato al mondiale in Sudafrica, trovando poi un posto fisso nella Danimarca: ha giocato per novanta minuti, con la maglia numero otto, nell’ultimo impegno con la Norvegia (1-1) del 26 marzo, valevole per le qualificazioni all’Europeo.

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